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Cinque anni di buona sanità in Piemonte

Il piano Marshall dell’edilizia sanitaria Piemontese: investimenti senza precedenti per 11 nuovi ospedali e strutture sanitarie in tutta la regione

Per rinnovare il parco immobiliare degli ospedali piemontesi, tra i più vetusti d’Italia, la Regione Piemonte ha messo in atto un piano di edilizia sanitaria senza precedenti, investendo complessivamente oltre 4,3 miliardi di euro per 11 nuovi ospedali, 4 ampliamenti, 30 ospedali di comunità, 91 case di comunità, 43 centrali territoriali e 13 interventi di adeguamento sismico.

Un vero e proprio “Piano Marshall” in avanzato stato di attuazione, con interventi di primaria importanza in tutto il territorio regionale.

In particolare, è stata sbloccata la gara per la costruzione del nuovo Parco della Salute di Torino, la più importante opera di edilizia sanitaria della regione, messa a bando il 28 novembre scorso.

È stato firmato il contratto per la progettazione del nuovo ospedale unico di Saluzzo-Savigliano-Fossano e chiusa a dicembre la gara per la progettazione del blocco emergenza e urgenza dell’ospedale di Vercelli.

Già bandite anche le gare di progettazione dei nuovi ospedali di Cambiano e Torino Nord, mentre è in fase di pubblicazione l’analogo bando per il nuovo ospedale di Ivrea.

È all’esame la proposta di partenariato pubblico privato per il nuovo ospedale di Cuneo ricevuta a dicembre, dopo le richieste di aggiornamento, mentre è in fase di proroga tecnica la gara per la nuova Città della Salute di Novara.

Ad Alessandria, l’Azienda ospedaliera è stata elevata a rango universitario, un riconoscimento di straordinaria importanza, che rafforza il progetto Irccs del nuovo ospedale, per il quale la Regione ha già siglato il Protocollo d’intesa con il Comune di Alessandria, in vista dell’imminente scelta sulla modalità di finanziamento dell’opera. Proseguono i lavori per il completamento del presidio ospedaliero Valle Belbo, il cui cantiere è stato sbloccato a gennaio 2023, ponendo fine a un’odissea durata quindici anni.

Già realizzati, infine, gli studi di prefattibilità delle ristrutturazioni degli ospedali di Verbania e Domodossola.

 

PERSONALE SANITARIO IN PIEMONTE: 5.119 ASSUNZIONI DURANTE IL COVID, 1.137 STABILIZZAZIONI A TEMPO INDETERMINATO, 2.000 NUOVE ASSUNZIONI ENTRO IL 2024 E REINTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI

Dopo anni di tagli, anche sul fronte del personale sanitario si è invertita la tendenza.

Nel 2014 lavoravano nella Sanità piemontese 54.967 persone. Dopo 5 anni di governo del Centrosinistra erano oltre 400 in meno, e il totale era sceso a 54.543 unità, che è il numero del personale sanitario in servizio nel 2019.

Oggi, a fine del 2023, dopo 4 anni di Amministrazione di Centrodestra, il personale sanitario è di 56.609 unità, oltre 2 mila in più rispetto al 2019.

Questo risultato è anche il primo frutto dell’accordo sottoscritto con i sindacati della Sanità, che grazie allo stanziamento straordinario della Regione di 56 milioni di euro all’anno ha già permesso di assumere, al 31 dicembre 2023, 250 persone per arrivare a 2000 entro dicembre 2024, con la conferma di 175 milioni di euro che le aziende sanitarie potranno utilizzare per liberare le risorse dei loro bilanci da destinare ai nuovi contratti di lavoro.

Parallelamente, è iniziato anche il percorso per ridurre le esternalizzazioni dei servizi da parte delle aziende sanitarie, con l’obiettivo di reinternalizzare il 20 per cento delle attività per un totale di circa 27 milioni di euro.

Tutto ciò, al netto dei 5.119 operatori aggiuntivi reclutati durante l’emergenza pandemica, 1.137 dei quali poi stabilizzati a tempo indeterminato secondo i parametri del Ministero, tra medici, infermieri e oss.

TRIPLICATE LE BORSE DI STUDIO, INCENTIVI AI SANITARI DELL’EMERGENZA URGENZA

Su iniziativa dell’Assessorato alla Sanità, la Regione Piemonte ha triplicato le borse di studio (passate da 350 a 1050) per l’accesso alle professioni sanitarie e aperto nuove Scuole di formazione per infermieri.

Sono state approvate misure per incentivare economicamente la mobilità dei professionisti da un’Asl all’altra, con un aumento da 60 a 100 euro del compenso orario per le prestazioni aggiuntive dei medici dell’emergenza-urgenza, intervenendo sulla disparità di trattamento con i gettonisti e incentivando la riduzione delle esternalizzazioni. Analogo provvedimento è stato assunto per gli infermieri del Pronto soccorso, con un aumento medio di circa 100 euro al mese.

IN QUATTRO ANNI, 1.400 POSTI LETTO IN PIU’ E ALTRI 1.000 IN PROGRAMMA

Anche il dato sui posti letto certifica il cambio di passo. Nel 2014 in Piemonte c’erano 17.992 posti letto, nel 2019, dopo cinque anni di governo del Centrosinistra erano scesi a 16.429. Oggi, dopo 4 anni dell’Amministrazione di Centrodestra, sono 17.810, vale a dire 1.400 posti letto in più, a cui si aggiungono ulteriori 1.000 posti letto previsti dall’aggiornamento del piano socio-sanitario che sarà approvato entro il mese di marzo.


LISTE DI ATTESA, PIEMONTE AL PRIMO POSTO IN ITALIA PER CAPACITÀ DI RECUPERO

Sulle liste d’attesa, in meno di due anni la Regione Piemonte ha saputo tornare ai livelli pre-Covid, come riconosciuto anche da Corte dei Conti e Agenas, che ha messo il Piemonte al primo posto in Italia per il recupero.

Gli sforzi si sono concentrati sul recupero delle prescrizioni più urgenti – U, B e D – ovvero quelle tempo-dipendenti.

Il lavoro di questi anni ha consentito di recuperare gran parte degli arretrati. Nel 2018, se si confrontano i primi 11 mesi dell’anno, le prestazioni ambulatoriali erano state 1.081.744, nel 2019 1.144.304 e nel 2023 sono state 1.535.868, ovvero il 134 per cento del recupero rispetto al periodo pre-Covid, con tempi di attesa sostanzialmente invariati.

Per le U (urgenti entro 3 giorni), nel 2019 si aspettavano in media 2 giorni, mentre nel 2023 un giorno; nel 2019 per le B (brevi entro 10 giorni) si aspettavano 14 giorni e ora 9, per quanto riguarda le D (differite entro 30/60 giorni) l’attesa media è passata da 31 a 41 giorni, ma si sono prodotte 265 mila prestazioni in più.

Ora l’obiettivo sono le prescrizioni programmate P, con un piano specifico da 25 milioni di euro di risorse regionali, inserite nel bilancio previsionale.

A questo, si aggiunge il potenziamento delle agende per le prenotazioni che tra gennaio e aprile 2024 sono state integrate con 14 mila slot per esami e prestazioni il sabato e la domenica.

TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO, NUOVO PIANO DA 14 MILIONI

Nel 2023 è arrivato al traguardo anche il nuovo piano regionale sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, un documento programmatico di primaria importanza per le azioni di contrasto agli infortuni gravi e mortali, alle malattie professionali e sul miglioramento delle condizioni di lavoro, redatto in collaborazione con le Organizzazioni sindacali.

Un investimento complessivo di 14 milioni di euro per acquisire nuovo personale e implementare sia le attività di controllo, sia la prevenzione e la diagnosi delle malattie professionali, oltre alla sorveglianza sugli ex esposti amianto e sui tumori al polmone e alla vescica.

EMERGENZA COVID-19: TRIPLICATI I POSTI DI TERAPIA INTENSIVA, NESSUN PIEMONTESE CURATO FUORI REGIONE, PROTOCOLLO CURE DOMICILIARI, DIRMEI, AZIENDA ZERO E RECORD DI SOMMINISTRAZIONI VACCINALI

Partendo da una situazione numericamente tra le più svantaggiate d’Italia, durante la prima fase della pandemia Covid-19 il Piemonte ha triplicato i posti di terapia intensiva portandoli ad oltre mille, tra posti strutturali e posti immediatamente attivabili, oltre a quelli, anch’essi più che triplicati, di terapia semintensiva. Uno sforzo gigantesco, compiuto a stretto giro, che ha permesso di curare in Piemonte tutti i piemontesi che ne hanno avuto bisogno.

Parallelamente, è stato attivato un piano sperimentale di cura domiciliare, “Covi a casa”, considerato tra i più innovativi a livello nazionale.

In poche settimane, inoltre, è stata ramificata in tutta la regione la rete di laboratori in grado di processare i tamponi Covid, fino a quel momento limitata a due sole strutture per l’intero Piemonte.

Sono stati costituiti il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive (Dirmei) e l’Azienda Zero, nata sul modello dell’Unità di crisi, che nella prima fase pandemica aveva permesso di coordinare centralmente tutte le attività emergenziali, slegandole dalla frammentarietà della gestione delle varie Aziende sanitarie regionali.

Grazie a una campagna di vaccinazione di massa di straordinaria efficienza, il Piemonte, infine, è risultato la prima Regione in Italia per capacità di somministrazione dei vaccini Covid-19.

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